Post

[Ho visto] "Cowspiracy", documentario sull'impatto degli allevamenti sul clima

Immagine
Il filone dei documentari di Netflix mi piace molto, in particolare ultimamente cerco di guardarne il più possibile che parlino di società e ambiente e qualche giorno fa è stata la volta di "Cowspiracy", un reportage che indaga il legame tra allevamenti e sostenibilità ambientale. Tutto ha inizio con il co-regista e protagonista Kip Andersen che, dopo la visione del documentario del 2006 "Una scomoda verità" di Al Gore, sviluppa una sensibilità ecologica e adotta uno stile di vita più sostenibile seguendo le indicazioni più diffuse che trova in rete: non sprecare acqua, usare i mezzi pubblici, ridurre l'uso di plastica usa e getta, cambiare le lampadine con quelle a risparmio energetico. Convinto di fare già tutto il possibile, non si aspetta di imbattersi un giorno nell'impatto della produzione di carne sull'ambiente, un'informazione -si scoprirà in seguito- volutamente taciuta dalle grandi associazioni ambientaliste riconosciute a livello

[Ho letto] "Liberati della brava bambina": 3 donne che porto con me

Immagine
Gancitano, Colamedici, Liberati della brava bambina , HarperCollins, Milano 2019 "Liberati della brava bambina" è un libro che aspettava solo di essere scritto. Dopo averlo letto ho pensato "finalmente!". Seguendo il lavoro di Maura e Andrea (gli autori) da diversi anni, immaginavo che potesse essere potente ma non sapevo quanto. Quello che le donne, o almeno la maggior parte delle donne, provano è finalmente stato scritto con parole chiare e dirette. La riflessione sulla condizione della donna di oggi è stata portata a un altro livello, più alto e profondo allo stesso tempo, più tangibile e vicino.  Attraverso le storie di 8 donne che spaziano dalla mitologia alla contemporaneità, più un capitolo finale dedicato agli uomini (bellissimo!), vengono descritti e analizzati i vari aspetti di quel problema senza nome che giace ancora oggi in profondità dentro di noi. Quel problema che deriva dai condizionamenti sociali e culturali e dall'assenz

[Ho letto] "L'arte della semplicità": 3 cose che porto con me

Immagine
"L'arte della semplicità. In un mondo di eccessi, semplificare la propria vita è arricchirla" di Dominique Loreau. Ne avevo parlato di recente nelle stories di Instagram ed eccomi qui (finalmente!) con il post che volevo dedicare a questo libro. "L'arte della semplicità" è stato il mio penultimo libro letto nel 2018, ed è arrivato al momento giusto. Alla questione "semplicità" mi sono avvicinata per gradi, o forse dovrei dire che è riaffiorata pian piano. Mi sono accorta, nell'anno appena passato, che da semplice sensazione che avevo sottopelle è diventata un vero e proprio bisogno , una necessità che non potevo più rimandare. Sarà perchè il mio percorso verso la sostenibilità prosegue, si evolve senza sosta e mi porta sempre più verso uno slow living , sarà perchè il 2018 non è stato un anno facile, ma mi sono ritrovata a un certo punto a sentirmi soffocare da tutto e ad avere una gran voglia di "meno". Meno cianfrus

[Ho letto] "Quello che ti piace fare è ciò che sai fare meglio": 3 cose che porto con me

Immagine
Se penso alla mia bio di Instagram, questo libro finisce direttamente sotto la voce "felicità". Ultimamente mi rendo conto che fra i tre macro-valori che ho indicato in quelle poche righe, cioè sostenibilità, salute e felicità, sono particolarmente concentrata su quest'ultimo, anche se cerco in tutti i modi di mantenere un equilibrio fra tutti e tre (perchè penso che si completino a vicenda). Sarà che la questione "felicità" è forse la più complicata, perciò al momento attira di più la mia attenzione e i miei sforzi per cercare di comprenderla e carpirne i segreti. Da un po' di anni ormai penso che lavoro e felicità siano strettamente collegati. Per come la vedo io il lavoro è vita, nel senso che il tempo che passo al lavoro è tempo che passo a vivere , quindi trovo sacrosanto che le persone cerchino un lavoro che possono amare e che le possa rendere felici. Per quanto mi riguarda non faccio eccezione. Non voglio aspettare di andare in

Cosa faccio quando mi accorgo di pensare troppo

Immagine
Io fra 100 anni Tra i vari post che ho tra le bozze, tutti inevitabilmente da terminare, ho deciso di portare alla luce questo perchè mi è stato chiesto qualche settimana fa da una ragazza che mi segue su Instagram  e spero che possa tornare utile ai vari overthinker che nel caso seguono le mie disavventure da "una che pensa troppo". Breve excursus storico: sono da sempre una persona più riflessiva che d'azione. Quanto questo mi sia stato fatto notare (pesare?) nel corso degli anni non sto a spiegarvelo perchè mi pare abbastanza evidente che, nella nostra società, la capacità d'azione è una dote più stimata della capacità di riflettere (se non ve ne siete accorti è perchè siete tra le persone che agiscono. Vi invidio! No non è vero, in realtà a me piace pensare, solo vorrei non farlo troppo ). Uno step evolutivo del mio "farmi domande" c'è stato intorno ai 20 anni quando, durante l'Erasmus in Spagna, scopro il telefilm "Sex and The Cit

Consumi sostenibili: da dove iniziare?

Immagine
Subito dopo aver detto nelle stories di Instagram che avrei scritto un post su come rendere i consumi più sostenibili me ne sono un po' pentita, tant'è che sono passati circa 40 giorni da quando avrei dovuto scriverlo. Non perchè non voglia farlo, anzi, ma perchè organizzando i pensieri mi sono accorta che è un tema enorme che può essere affrontato da moltissimi punti di vista. E' vero anche che il fatto che un argomento sia molto vasto non vuol dire che non se ne debba/possa parlare, quindi ho deciso di buttarmi nell'impresa. La prima premessa è: viviamo in una società basata sui consumi perciò a seconda di quello che noi consumatori decidiamo di comprare possiamo "spostare" il mercato. Per forza di cose. Quindi la prima e secondo me più importante cosa da capire è che sì, abbiamo il potere di cambiare le cose tramite i nostri acquisti. La seconda premessa è: il nostro attuale modello economico, cosiddetto "lineare", non è

La mia idea di coraggio

Immagine
Ultimamente ascolto a rotazione alcune canzoni degli Ex-Otago, un gruppo musicale genovese indie pop che mi piace molto, e una di queste parla di coraggio . Il testo è molto semplice, con strofe spesso uguali e ripetute, ma penso che dica grandi verità, così mi sono trovata a riflettere sulla figura dell' eroe moderno , perfettamente rappresentata dal video della canzone (che è molto simpatico, se non l'hai visto puoi trovarlo  qui ). Dato che amo le domande, perchè le trovo molto potenti e in grado di dare vita a profondi cambiamenti, ecco la prima cosa a cui ho pensato: in un mondo in cui è molto difficile rispetto all'antichità rischiare seriamente la vita nel quotidiano, ad esempio per procurarsi il cibo o un riparo per la notte,  chi è l'eroe? La canzone secondo me parla chiaro, e io sono molto d'accordo: le sfide di oggi sono quelle che viviamo nel quotidiano, che anche se ci sembrano "piccole" sono spesso molto profonde. C'è una